Sole splendente e temperature miti, più tipici di una primavera inoltrata che del classico mese di gennaio, continuano a pervadere l’atmosfera di Langhe e Roero. Le più precoci primule selvatiche, già sbocciate, con i loro bellissimi fiori giallo sgargiante, donano sensazioni di profonda serenità, ottimismo e gioia, nonostante la fatica del lavoro in vigna che si accumula giorno dopo giorno.
Stamane, spostandomi tra diversi luoghi di lavoro con la mia Fiat 500, mi sono imbattuto lungo la via in un vigneto coltivato secondo la forma di potatura definita a “cordone speronato”.
Come evidenziato in un precedente mio post, l’operazione di raccorciamento dei tralci della vite è fondamentale per garantire il mantenimento della vegetazione in un perfetto equilibrio tra foglie e grappoli, che consenta di raggiungere i massimi livelli qualitativi della produzione.
Al pari della forma di allevamento a guyot (leggi il post), la più diffusa nell’areale albese, anche quella a cordone speronato viene realizzata eliminando buona parte dei tralci che hanno già fruttificato nell’anno precedente, in modo da consentire lo sviluppo di nuovi germogli che porteranno i grappoli nell’anno in corso. Ovviamente, al fine di regolare la produzione, è necessario definire i tagli a carico della pianta in modo da lasciare un opportuno carico di gemme, ognuna delle quali darà origine, in primavera, ad un germoglio.
A differenza del guyot , il cordone speronato è un sistema di allevamento della vite che prevede la presenza di una porzione del ceppo (la parte più vecchia della vite, fortemente lignificata) posta orizzontalmente. Durante la potatura invernale il viticoltore seleziona 5 – 7 tralci lignificati su ogni pianta, da cui ricava altrettanti speroni a due o tre gemme.
Effettuando il taglio, è importante lasciare la parte lignea intatta, recidendo subito sotto la gemma superiore che si sta eliminando. Questa accortezza permetterà di proteggere la pianta dai possibili attacchi fitopatogeni.
La scelta tra un sistema di allevamento a cordone speronato, a guyot o altra forma a contro-spalliera è determinata a monte della realizzazione dell’impianto del vigneto. I fattori influenti sulla decisione sono molti e prendono in considerazione le caratteristiche di fertilità della varietà, che sono anche influenzate dalle condizioni pedoclimatiche, il livello di meccanizzazione delle operazioni, la localizzazione del vigneto, il background degli operatori.
La potatura invernale non è un lavoro per tutti: spero di essere riuscito a trasmettere, soprattutto agli appassionati di vino meno esperti di viticoltura, quanto studio, quanta pratica e quanta professionalità si cela dietro un’operazione che è molto, molto di più che uno “sfoltire” la chioma delle viti!