Mi chiamo Massimo Prandi, sono un giovane enologo albese, anzi un albese D.O.C.G. Mi definisco un enologo alle prime armi: undici anni di studio specifici nel settore enologico (prima alla Scuola Enologica di Alba, poi laureandomi dottore magistrale in Viticoltura ed enologia a Torino) e circa quindici vendemmie di esperienza, vissute tra le vigne e le botti. Il mio Maestro mi dice sempre che per capire la vigna e il vino servono almeno tre vite… e forse non bastano.
Sono Sommelier e degustatore tecnico ONAV, ma odio le “patacche” sulla giacca e nella mente.
Una grande passione: la mitica vecchia Fiat 500, modello L, giallo positano, del Settanta. La compagna di viaggio speciale e insostituibile, che mi permette di apprezzare ed amare ancor di più lo straordinario territorio in cui vivo e lavoro. A essere sinceri non è mia, ma di mio padre. Forse per questo le voglio così bene.
Amo leggere Fenoglio e Cesare Pavese.
Amo scrivere di ciò che amo. Amo condividere le mie esperienze e le mie passioni con gli amici.
Apprezzo il lavoro altrui, soprattutto se fatto con amore. Non mi piace giudicare; critico con umiltà.
Sono molto social 2.0, ma preferisco guardare negli occhi le persone e stringere loro la mano.
Sono un “tipo” trasgressivo: porto l’orologio da tasca ed il panciotto, vado in Chiesa e non ho tatuaggi!
Il piccolo moccioso avvinazzato rappresentato nella foto sono io, qualche decennio fa, quando non avevo ancora – per fortuna – la patente!